viernes, 14 de agosto de 2009

Le luci sono strane



Non colpiscono mai i denti del cattivo,
né il sorriso di Dio,
né l’orgasmo semplice nella mano del barbone,
né quell’uomo che vestito da bimbo sta in disparte
a respirare dietro pezzi di acqua
che si uccidono sottovoce contro il vetro.

Ricordi quando tremavo?
Ma non faceva freddo, e non ero malato...
O forse sì.

Le luci sono strane,
non guardano mai il punto nero negli occhi
non pensano mai che c’è qualcosa in più,
continuamente prostituite a dipingere
trasparenti maschere su volti insanguinati,
assorbenti ghiacciati sulle nostre
lacrime godenti
che nascono, muoiono, stuprano
solo perché ora non è più
solo perché adesso non c’è.
Solo… perché?

Ricordi quando sapevo piangere?
Lo facevo sul cuscino del divano,
mentre tutti credevano che mi masturbassi,
Io invece urlavo nelle unghie
e appena sotto la pelle
dove solo io e tutto il mondo potevamo vedere.

Le luci sono strane.
prima vedevo buchi e liquidi salati
e poi c’era una Chiesa con le finestre troppo alte.
Ora c’è tutt’altro.
Le punte delle dita accartocciate nel nostro niente
e sottilissimi oceani tra i miei occhi e i tuoi
e ruvido casino tra le parole non dette
e quelle scordate proprio in questo momento.

Ricordi quando provocavo Dio?
Il cilicio non è abbastanza per quella mano nei boxer
perché la vita è un seme in una notte di sudore
sassi qua e là giusto per spezzarci le vene.
Gocce eccitate al pensiero di non essere sole.

Le luci sono strane
e violente, dimmi solo che ti sta bene rimanere dietro l’uscio.
Nella penombra della semivita.
E il mio respiro ti spacca i timpani.
Ho paura e basta.

Ricordi quando vivevamo?
Dimmi solo che le tue dieci dita ti bastano
dimmi solo che origlierai in silenzio per paura di non svegliarti.
Ho ancora l’amaro in bocca del dolce lasciato a metà
ma noi non abbiamo voce per guardare indietro
solo quella minima forza per constatare:
Le luci sono strane.


Gianclaudio Malgieri.



Sirviendo de precedente, abrimos la puerta a otros autores que quieren compartir las inquietudes de sus insconcientes, mezclandolo todo en una eterna duda. Abrimos nuestra mente a otros rincones, otras culturas, otras lenguas... El italiano marca una etapa en mi vida, y aquí queda reflejado... Gracias a Gianclaudio Malgieri por ser el primero en poner su granito de arena a algo que con el tiempo se puede convertir en una inmensa playa de recuerdos.

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